Zelensky, Fubini e il teatro della (finta) democrazia

In un recente dibattito televisivo con Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, Federico Fubini, vicedirettore del Corriere della Sera, ha dichiarato in modo programmatico e con una certa protervia che l’Ucraina è una democrazia.
Intendeva, naturalmente, porre in contrapposizione la democrazia ucraina con la dittatura autoritaria della Russia di Putin.

Ucraina: narrazione mediatica e realtà dei fatti

Non è la prima volta, in effetti, che i cosiddetti professionisti dell’informazione ripetono con convinzione (e quasi in modo pavloviano) che l’Ucraina è il paradiso della democrazia, il tempio della libertà, un modello universale di diritti.
Si tratta, però, di una menzogna evidente, priva di riscontri nella realtà. Non dimentichiamo, per inciso, che Volodymyr Zelensky (il ‘guitto di Kiev’, attore nato con la N maiuscola) prodotto mediatico più americano che ucraino, ha: imposto un canale televisivo unico, perseguitato la Chiesa ortodossa, limitato drasticamente i partiti di opposizione, messo fuori legge il Partito Comunista e, infine, è supportato da formazioni come il battaglione neonazista Azov. Davvero un curioso concetto di democrazia, non v’è dubbio.

Non dobbiamo neppure stupirci troppo, considerando che una parte significativa degli europei ritiene democratica perfino l’Unione Europea.
Un costrutto tecnocratico e repressivo che ha gradualmente svuotato ogni residuo spazio democratico attraverso la sovranazionalizzazione. Mediante tale processo, le democrazie parlamentari nazionali sono state progressivamente esautorate, trasferendo il potere a realtà transnazionali e post-democratiche. In questo scenario, la BCE rappresenta l’emblema massimo di tale deriva.

Il silenzio di Fubini

Per quanto riguarda Fubini, non possiamo dimenticare quanto dichiarò nel 2019: “Non ho voluto scrivere che dopo la crisi sono morti 700 bambini in più. Sarebbe clava per gli anti-europei”. Così si leggeva sul Fatto Quotidiano di quell’anno.
In sostanza, Fubini ammise di aver taciuto sui 700 bambini morti in Grecia a causa delle politiche di austerità imposte dall’Unione Europea.
Non credo vi sia molto altro da aggiungere.
Coloro che oggi si riempiono la bocca della parola “democrazia”, applicandola a realtà come l’Ucraina o l’Unione Europea, si commentano da soli. La loro narrazione propagandistica è scollegata dalla realtà e serve solo a nobilitare lo status quo e a demonizzare chi vi si oppone.

Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro